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Mercato del lusso, la “colazione da Tiffany” che benefici darà a LVMH?

Il mercato del lusso ha ricevuto il suo scossone pre-Natalizio. Alla fine il colosso francese LVMH, la tanto desiderata “colazione da Tiffany” se la concederà. O meglio, sarà proprio il marchio iconico della 5th Avenue a concederglielo. Ma a carissimo prezzo, ben 135 dollari per azione.

Nuovo scenario nel mercato del lusso

Il lungo corteggiamento di Lvmh si è concluso positivamente sul finire di novembre. Per ampliare il proprio panorama di marchi nel mercato del lusso, LVMH pagherà un premio del 7,6% rispetto al prezzo di chiusura registrato prima dell’accettazione della proposta (125,51 euro). Complessivamente comporterà un esborso totale di 16,2 miliardi di dollari. La proposta precedente, da 14,5 era stata rifiutata. Ma questa mega-operazione ha un senso, visto che il marchio Tiffany da qualche anno sta avendo delle battute d’arresto che l’hanno costretto a rifarsi il look?



Vantaggi di immagine e operativi

Senza dubbio a livello di immagine si tratta di un bel colpo, ma anche dal punto di vista operativo. Il gruppo Lvmh si aggiudica infatti la punta di diamante di un mercato, quello del lusso, che sta conoscendo una crescita esponenziale. Nel grafico dell’andamento di settore, le Bande di Bollinger evidenziano un trend crescente con poche oscillazioni di volatilità. Il che significa solidità della crescita.

D’altronde, il mercato del lusso statunitense fa gola al colosso francese da tempo, tanto da spingerlo di recente ad aprire un nuovo stabilimento Louis Vuitton a pochi chilometri da Dallas, alla presenza del Presidente Trump e della figlia Ivanka. Inoltre con Tiffany il ventaglio di marchi di Lvmh si arricchisce di un brand forte nel segmento orologi e gioielli. Quello dei gioielli inoltre è un settore che presenta migliori prospettive di crescita, margini più interessanti e minore volatilità (relative volatility index RVI) rispetto agli orologi.



Benefici su margini e azioni

Dal punto di vista azionario, c’è da spendere qualche parola in più. L’acquisizione fa salire leggermente i margini del gruppo, poiché la divisione orologi e gioielli di Lvmh ha un margine ebit al 16,5%-17% contro il 17,7% per Tiffany. Il deal potrebbe così portare a un aumento dell’utile per azione del 2% dal primo anno, senza considerare eventuali sinergie. Del resto Lvmh ci sa fare, visto il precedente con Bulgari: dall’acquisizione nel 2011 infatti, è quasi raddoppiato il fatturato e quasi quadruplicato l’utile operativo.

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